Castello di Capua
Gambatesa
Il museo
Un maniero medievale trasformato in elegante dimora signorile nel rinascimento. Entrando nelle sue stanze si rimane affascinati dagli affreschi cinquecenteschi di Donato Decumbertino. Qui si intrecciano storia, arte e paesaggio.
L’accesso al sito prevede un biglietto d’ingresso e l’accesso è consentito fino a 30 minuti prima della chiusura.
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Si comunica che quest’Istituto s’impegna per offrire al pubblico un orario di visita quanto più esteso possibile, nel rispetto dei criteri per l’apertura al pubblico, la vigilanza e la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura statali previsti dal D.M. del 30 giugno 2016.
Il Castello di Capua
In un territorio di frontiera tra Molise e Puglia caratterizzato da rilievi montuosi, nel tredicesimo secolo Riccardo da Pietravalle divenne il signore di un luogo che prenderà il nome dal suo difetto fisico: Gambatesa. Il controllo delle vie di transumanza fece la ricchezza delle famiglie che si succedettero come signori del posto. Il locale castello è simbolo di questa prosperità.
La famiglia Capua, divenutane proprietaria nel 1484, rivoluzionò l’architettura del castello, abbattendo molte delle severe architetture militari medievali e ingentilendolo per farne un palazzo signorile. Di conseguenza questa dimora assume il binomio “di Capua” e “Gambatesa”, rispettivamente dai nomi dei primi proprietari e dal nome di chi rimodellò definitivamente l’edificio.
Nel 1550 Vincenzo di Capua, artefice della trasformazione rinascimentale del castello, commissionò il ciclo pittorico di stampo manierista al pittore Donato Decumbertino. Quest’ultimo si ispirò alla produzione artistica di Napoli e Roma di metà Cinquecento. Il ciclo pittorico, nonostante le lacune, rivela una densità di significati in cui la mitologia e l’ispirazione alla storia e all’arte dell’antichità si intrecciano ai temi cristiani per evidenziare quelle virtù morali, civili e militari che la famiglia di Capua riteneva di incarnare e perciò comunicare ai suoi ospiti.
Arricchisci la tua visita con una piccola caccia al tesoro, cercando nelle varie sale i particolari curiosi presenti negli affreschi! Per esempio, una piccola tartaruga tra le rovine antiche della Sala del Canneto rappresenta la modestia, il temporeggiamento e la pudicizia.
Tra gli altri animali troviamo anche una civetta, uccello notturno simbolo della sapienza e attribuito alla dea Minerva, e un pappagallo, non solo simbolo di eloquenza per la sua capacità di imitare la voce umana ma anche quale animale indicato nelle fonti classiche e cristiane come uccello salutante con “ave” gli imperatori e potenti. Forse un rispettoso saluto del pittore al duca per riparare al suo atteggiamento di superbia?
Nel clipeo infatti, accanto al pappagallo, notiamo un ragno che ha intessuto la sua ragnatela, di notevole effetto illusorio. Nella ragnatela è impigliata l’iscrizione che riporta il nome del pittore: IO DONATO PINTORE/DECUMBERTINO PINSI/A DIE MENSI X AUGUSTI NEL/L ANNO DEL CINQUANTA.
A seguito di collaborazione con gli istituti scolastici Liceo artistico G. Manzù e Convitto Mario Pagano è stato realizzato un sito, che permette di spaziare, dalle opere contenute nel museo e quelle realizzate in edifici e chiese del territorio, da artisti Molisani. i contenuti sono visibili anche al seguente Link: http://www.invisibilevisibile.it/web/website.html
Responsabile
PIERANGELO IZZO
Indirizzo
largo Castello
86013 Gambatesa
Orari
Martedì (09:15,18:30)|Mercoledì (09:15,18:30)|Giovedì (09:15,18:30)|Venerdì (09:15,18:30)|Sabato (09:15,18:30)|Domenica (09:15,18:30)
Informazioni
Mail: drm-mol@cultura.gov.it
Tel: 335 8727587 - +39 0874 719261
Chiusura: Lunedì
Intero: 5
Ridotto: 2