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La Pace non è anch’essa un’emergenza?» – Wiliam Congdon e l’A.F.S. in Molise, 1943-1944

Museo archeologico nazionale di Campobasso (ex Museo Sannitico), Museo nazionale di Castello Pandone, Venafro, Castello di Civitacampomarano  dal 21 giugno – 24 ottobre 2024

Nel quadro dei programmi di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale locale, viene proposto un evento espositivo distribuito su tre sedi museali molisane volto a rievocare, attraverso gli scritti e le immagini di un artista americano che fu tra i protagonisti della Scuola di New York nell’immediato dopoguerra, le tragiche vicende di cui fu vittima  il popolo del Molise tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1944, quando gli eserciti degli Alleati si affrontarono con le truppe naziste per lunghi mesi sulla cosiddetta Linea Gustav, un sistema di fortificazioni lungo il fiume Sangro culminante nel formidabile bastione di Montecassino.

Di queste note vicende la mostra rievoca una serie di capitoli ancora sconosciuti.

Anzitutto, la presenza della leggendaria associazione di volontari ambulanzieri dell’American Field Service e il loro impegno a favore della popolazione civile in uno spirito alieno dalle logiche di guerra di cui si fa portavoce lo stesso Congdon nei suoi epistolari, nel suo memoriale In the Death of One (di qui  la citazione riportata nel titolo della mostra) e nei disegni eseguiti sul luogo, carichi di una struggente partecipazione alle sofferenze umane.

E poi, ancora nel pieno della guerra, la sua collaborazione insieme con il collega ambulanziere John Harkness, architetto di prestigio, alla stesura di un piano urbanistico delle città di Isernia semidistrutta dai  bombardamenti; e inoltre il rapporto con i Polacchi del 2° Corpo d’Armata con cui condivise il sanguinosissimo assalto finale a Cassino nel maggio del 1944; e ancora il suo ritorno in Molise nel 1946, insieme con una missione dei Quaccheri, per la ricostruzione dei paesi distrutti dalla guerra, anticipando gli interventi del Piano Marshall e dell’UNRRA.

William Condon artista ha assegnato un’assoluta centralità all’esperienza della testimonianza. Ha pensato il suo gesto come un modo per registrare con precisione la realtà. Fedele all’obbligo di tramandare ciò che ha visto, ha trasformato la singolarità di un evento in una sequenza dotata di uno spessore conoscitivo, destinata a essere compresa e condivisa. Egli è stato un artista e un’inviato speciale che ha estratto dalla guerra barlumi di vita, figure, volti, situazioni, violenze, disperazioni, abissi. Ma si è portato oltre ogni verismo; Condgon ha coniugato visione e visionarietà ha filmato strazianti momenti che ha poi trasceso.

Una trentina di opere a olio dell’artista, scelte da tutti i periodi del suo lungo percorso creativo e collocate nella sede di Castello Pandone a Venafro, corona la parte storica con immagini in cui si documenta la persistenza delle ferite della guerra nel corpo stesso della pittura.

Inoltre, una decina di disegni eseguiti negli intervalli del suo servizio di ambulanziere, a documentare il dramma della guerra, tra il 1942 e il 1945, verranno ospitati nella sede del Museo Archeologico Nazionale di Campobasso (ex Museo Sannitico).

A Civitacampomarano, una piccola rassegna di pastelli eseguiti da Congdon presenta, con una nota più luminosa e distesa, un ulteriore aspetto dell’opera di questo maestro del secondo dopoguerra ancora poco noto.